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Fatti di Cucina

107% di dazi sulla pasta: la folle mossa di Trump che mette in ginocchio l’Italia

Trump dichiara guerra alla pasta italiana: i dazi del 107% che scatteranno a breve significano catastrofe totale per l’Italia. A rischio migliaia di posti di lavoro.

Donald Trump e i dazi, ci risiamo. Nonostante i proclami di ottimismo da parte della UE ed anche del Governo, alcuni settori stanno subendo delle ripercussioni economicamente pesanti. E tra annunci, rinvii, sospensioni e quant’altro, c’è un settore fortemente rappresentativo del Made in Italy che invece si ritrova pericolosamente esposto. E che rischia di vivere una crisi senza precedenti, con migliaia di lavoratori coinvolti.

Tutto il mondo sa che la pasta è un vanto italiano, con alcuni marchi noti di casa nostra di questo comparto che esportano i loro prodotti anche in molte altre parti del globo. Ed il mercato degli Stati Uniti è uno dei più remunerativi da sempre. O almeno, lo era, perché adesso il simbolo della cucina italiana nel mondo verrà duramente colpito entro poche settimane, se chi di dovere non riuscirà a fare qualcosa di provvidenziale.

Trump affonda la forchetta sul comparto della pasta, sarà un disastro

Ad esempio occorrerebbe che Trump e la sua amministrazione rinsaviscano, e non lo diciamo noi bensì quasi tutti gli esperti di economia nel mondo. La chiusura totale verso le esportazioni estere degli Stati Uniti, a meno di non pagare delle tasse doganali esorbitanti, rappresenta quanto di peggio si possa fare contro la globalizzazione e la buona politica del libero mercato.

Trump affonda la forchetta sul comparto della pasta, sarà un disastro – buttalapasta.it Foto Ansa

Del resto la storia insegna che gli isolazionismi, l’ostruzionismo ed i nazionalismi non portano mai a niente di buono. E ci vorrebbe che anche l’Unione Europea, e nel nostro caso il Governo in carica, sfruttino i loro buoni uffici nei confronti degli USA per evitare una forte crisi.

Dal prossimo mese di gennaio, oltre al +15% di dazi vigenti, scatterà una maxi tassa sulle esportazioni verso gli USA del 107%, e che andranno a sommarsi. Per un totale pauroso del 115% che, a conti fatti, comporterà il taglio totale delle spedizioni in direzione di una porzione importante del Nord America.

Perché è una pessima notizia per molti lavoratori

Converrà aprire altri canali ed altre rotte commerciali per tamponare queste perdite, e di sicuro molti soggetti si troveranno ad agire in questo modo. Alla luce di questo scenario, esportare pasta negli Stati Uniti non sarà per nulla conveniente. E rischia di fare si che il tutto avvenga in perdita per i produttori italiani. Tra i marchi di casa nostra penalizzati spiccano Garofalo, La Molisana, Barilla, Rummo, Liguori. E praticamente chiunque altro fino ad oggi aveva fatto questo tipo di affari con Washington D.C.

La situazione potrà essere parzialmente tamponata per quei marchi che possiedono stabilimenti direttamente su suolo statunitense. Altrimenti saranno guai. Ed i rappresentanti di categoria parlano di scelta arbitraria dettata da motivazioni politiche e per nulla dal conoscere la materia economica. Cosa che suona come una vera e propria offesa alla tradizione dell’Italia, da sempre ammirata nel mondo per la sua leadership in fatto di realizzazione della pasta.

Questo mercato vale, per l’Italia, 671milioni di euro. Ma questi introiti sono destinati a più che dimezzarsi nel caso in cui non ci dovesse essere una soluzione entro Capodanno. E per le aziende di casa nostra più attrezzate e che dispongono di impianti industriali negli USA, la tentazione di spostare lì buona parte della produzione è molto forte. A farne le spese saranno perciò molti lavoratori con le rispettive famiglie.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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