I prezzi dell'olio d'oliva potrebbero tornare a scendere entro la fine dell'anno: da cosa dipende? (Foto Canva) - Buttalapasta.it
Dopo anni di rincari sull’olio extravergine di oliva arrivano buone notizie per i consumatori: cosa potrebbe succedere entro l’anno?
Stiamo vivendo un periodo piuttosto complesso dal punto di vista economico, con rincari che interessano ogni aspetto della nostra vita. Dal soddisfare i bisogni primari fino ai costi dello svago nel tempo libero.
L’inflazione è evidente in ogni ambito e anche nei supermercati è impossibile non aver notato il costante e neanche troppo graduale aumento dei prezzi. A fare da cartina tornasole rispetto all’inflazione possiamo annoverare alcuni prodotti che in Italia vengono consumati enormemente, ad esempio la pasta o l’olio.
L’olio extravergine di oliva, in particolare, si consuma nell’ordine di centinaia di migliaia di tonnellate. Basti pensare che le previsioni per il fabbisogno di olio in Italia per il 2025 sono di circa 900mila tonnellate. E tutto ciò nonostante l’aumento di prezzo che l’olio subisce ormai da un paio di anni a questa parte!
Principalmente a causa del cambiamento climatico, infatti, la produzione di olio ha subito un decremento. Oltre a ciò in molti casi si sono annoverati problemi di infestazione negli uliveti e, principalmente, siccità e mancanza di acqua. Una produzione più scarsa e problematica ha dunque comportato un aumento dei costi, non solo durante la filiera produttiva ma anche e soprattutto sugli scaffali dei supermercati.
Per mantenersi competitiva sul mercato dell’olio d’oliva l’Italia dovrà optare per una diminuzione dei prezzi (Foto Canva) – Buttalapasta.it
In questo scenario, però, potrebbe giungere una buona notizia entro l’anno. Secondo quanto riportato da Zefferino Monini, CEO dell’omonima azienda umbra produttrice di olio, i prezzi dell’extravergine potrebbero tornare a scendere entro la fine dell’anno, attestandosi su prezzi di circa il 30% – 40% in meno rispetto a quanto vediamo oggi (dati Consiglio oleicolo internazionale Coi).
Ma come mai? Inizialmente si potrebbe pensare a un miglioramento delle condizioni climatiche e dunque della filiera produttiva. Eppure in Italia le cose non sono andate bene questa estate e anzi la siccità ha di nuovo messo in difficoltà molti produttori. Allo stesso tempo, però, il Bel Paese si trova a dover affrontare la concorrenza di grandi produttori di olio quali la Spagna, la cui produzione dovrebbe salire a circa 3,3 – 3,5 milioni di tonnellate, a fronte dei 2,5 milioni dello scorso anno.
In tal senso, dunque, l’Italia dovrà trovare il modo di restare competitiva sul mercato, anche al fine di evitare che l’attenzione e la scelta dei consumatori si sposti su prodotti non autoctoni (sapete che il migliore olio d’oliva non è italiano?). I problemi logistici, però, rimarranno. Tanto che a fronte di un fabbisogno di 900mila tonnellate, le previsioni produttive parlano di 300mila tonnellate di prodotto. Per questo “È chiaro che servono investimenti per produrre più olio extravergine Made in Italy e per garantire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici“, ha affermato Monini
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