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Tonno in scatola, le due zone FAO da evitare e le due da favorire assolutamente

Se ancora non controllate l’etichetta è bene iniziare da subito, soprattutto se si tratta di tonno in scatola. Ci sono zone di pesca da evitare a tutti i costi.

Quante volte abbiamo sentito dire dagli esperti che è importantissimo controllare l’etichetta dei prodotti che si acquistano? In effetti è così e questo perché l’etichetta rappresenta un po’ la carta di identità dei cibi; ci dice come sono stati allevati gli animali, dove sono stati allevati o pescati, ma anche come è stato realizzato il prodotto è così via. Tutte informazioni indispensabili che ci permettono di capire se stiamo acquistando un prodotto buono oppure no.

Quando si parla di tonno in scatola, ma vale un po’ per tutte le tipologie di pesce che si possono trovare inscatolate al supermercato, si deve fare particolare riferimento alle zone FAO. Si tratta della cartina immaginaria che divide i mari del mondo in macro aree. Ad ognuna di queste viene assegnato un numero e corrisponde ad una particolare zona geografica. Impossibile riuscire a ricordarle tutte, ma è bene sapere quali sono le due da evitare in tutti i modi e quelle due, invece, che conviene preferire.

Zone di pesca FAO, i sì e i no da tenere sempre a mente

In tutto, quindi, sono le quattro le zone di pesca FAO da ricordare e, tra l’altro da dividere a metà così sarà ancora più facile da tenere a mente. Si tratta, infatti, delle due zone che per inquinamento dei mari sono altamente sconsigliate mentre, le altre due all’opposto rappresentano le zone pescose migliori in assoluto.

Attenzione anche perché le zone di pesca influenzano poi anche la qualità delle marche che si trovano al supermercato.

La cartina delle zone di pesca FAO (foto di Commissione Europea europa.eu) -buttalapasta.it

Partiamo da di due no assoluti. Si tratta della zona FAO 51 e della FAO 71. Come si può notare dalla cartina in alto, la prima corrisponde all’Oceano Indiano Occidentale, mentre la seconda al Pacifico Centro Occidentale.

Nel primo caso parliamo di una delle zone, anche di terra ferma, più inquinate al mondo. Di conseguenza anche la qualità del pesce pescato in queste otto sottozone non è tra le più consigliate. Attenzione anche alla zona 57, posta di fianco alla 51 si tratta della zona dell’Oceano Indiano Orientale, la situazione è sicuramente migliore ma conviene comunque evitare.

E sempre di inquinamento si parla quando ci si riferisce alla zona FAO 71. Si tratta della zona del Pacifico centro occidentale, per intenderci quella che bagna il Giappone e la parte nord dell’Australia. Si tratta di una delle zone più pescose, ma anche in questo caso anche una delle più inquinate, in particolare a causa dello sversamento in mare delle radiazioni provenienti dalla centrale di Fukushima distrutta dal terremoto/maremoto del marzo 2011. Lo sversamento in mare delle acque radioattive accumulatesi in questi anni è iniziato nel 2023 e per quanto le autorità garantiscano l’affidabilità del pescato della zona, la FAO continua a sconsigliare l’acquisto di pesce proveniente da qui.

Le zone con i mari meno inquinati

Per quanto riguarda le zone due zone più sicure, segnaliamo che il pescato migliore da acquistare è quello proveniente dalla zona FAO 27 che corrisponde al Mar del Nord -quindi l’Atlantico Nord-orientale fino allo stretto di Gibilterra- e la zona 37 che è quella del nostro Mar Mediterraneo/Mar Nero.

Il tonno in scatola, e tutti i pesci pescati in queste due zone, sono considerati i più sicuri al mondo.

Anna Peluso

Mi piace raccontare storie e provare ad essere testimone del tempo che siamo, così ho iniziato a scrivere sul web, lavoro che ormai faccio da 10 anni. Mi occupo di lifestyle, food, economia e cronaca.

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