Di Cesare Orecchio | 23 Novembre 2024
L’ultima novità di Cannavacciuolo è un tributo esclusivo alla dolce Napoli: porta il suo panettone al limoncello a tavola e il Natale sarà tipicamente del Sud!
Un solo nome, un grande big, che poi è letteralmente tutto big, in un fascio di muscoli, altezza, mani grandi che sicuramente sanno sorreggere, coccolare e ‘aggiustare‘ in caso di errori: di Antonino Cannavacciuolo non si può che parlare bene, non solo in termini di talento, ma anche di creatività e soprattutto umanità. Ce ne hanno dato prova i suoi innumerevoli programmi, da Cucine da Incubo a Masterchef Italia, il gigante buono per eccellenza dietro quella barbona nera, i suoi occhi misteriosi e l’aspetto burbero nasconde un cuore di panna, a detta soprattutto di chi lo ha incontrato.
La sua è una cucina non tanto intellettuale, quanto dilettevole nel vero senso della parola: piace, è fresca, diverte, sa di poter prendere qualsiasi età o generazione e ne abbiamo avuto prova con i tanti giovani influencers passati almeno una volta dalle porte della sua Villa Crespi, rimanendo piacevolmente sorpresi. Antonino però è sempre, prima di qualsiasi cosa, un cuoco: quell’uomo di cucina che non si annoia ancora dopo tanti anni a scoprire il piacere dei sapori nuovi, incastrando dal suo semplice filetto di pesce alla vellutata più costosa, tutta la sua ‘napoletanità’.
E il suo ultimo panettone al limoncello sembra quasi un’evocazione storica partenopea, ogni briciolo di mollica alveolata rispecchia appieno il sapore tipico del Sud Italia, quello che durante le festività natalizie potrebbe far diventare qualsiasi Mister Scrooge in un autentico Babbo Natale. E noi abbiamo voluto approfondire questa sua opera d’arte culinaria, che ve lo assicuriamo, è arte sul serio.
Il panettone al limoncello di Cannavacciuolo, l’arte incontra il Sud, il Natale, la magia
Chi sia passato dalla sua Villa Crespi potrà sicuramente affermare più o meno lo stesso concetto: la cucina di Antonino Cannavacciuolo rapisce l’anima dai primi assaggi, il suo concetto di partenza legato alla casa, alle tradizioni e al Sud non solo non delude, ma al momento sembra quella chiave instancabile che, rispetto alla modernità che per adesso indossiamo, sembra funzionare alla grande. Napoli è in tutti i suoi piatti, dalla scelta della materia prima alla rielaborazione del sugo di nonna, non c’è tradimento per la sua terra, se non al contrario, l’esaltazione di quanto più bello esista al Sud.
E Sorrento, così come la Campania tutta, è impastata a dovere in questo lievitato morbido, profumato e soffice di ultima generazione, nato proprio nei suoi laboratori. Non solo un semplice panettone artigianale, quello ormai sanno farlo tutti, piuttosto un concentrato partenopeo in un mix unico e agrumato, ma non si può ridurre certo solo a questo. Il panettone di Antonino sembra quasi un quadro ad olio, con questi colori vivi e accesi, forse che un po’ si discostano dal concetto più tipico del Natale, ma che non deludono.
Il lievitato è alto, profuma di cedro, arancia e limone, la pasta morbida accoglie una farcitura al limoncello di sua stessa produzione, che accompagna ed esalta l’impasto cotto e ben alveolato. Il resto poi non ha bisogno di ricercare quella complessità d’immagine perché parliamo pur sempre di un panettone, il passepartout delle festività italiane, quel simbolo milanese divenuto mondiale proprio per la sua semplicità. Stavolta però non troviamo uvetta all’interno, tuttavia è quel limone candito brillante posto in superficie, quasi a voler assomigliare a piccole pepite di ambra preziosa.
Lo scrigno interno viene completato da un esterno di cioccolato bianco di un giallo vivo, quasi tendente all’oro, per richiamare quel Sud ai sapori d’agrumi con profumi che sanno di campagna e acqua fresca. Il prezzo giustifica assolutamente tutto il lavoro, manuale e concettuale che vi sia dietro, 53 euro di pura bontà per un formato da 1kg, non parliamo quindi di briciole. E vi conviene assaggiarlo se desiderate innamorarvi di quella Napoli in cui ancora ad oggi il nostro Antonino crede.
Parole di Cesare Orecchio
Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.