Di Romana Cordova | 29 Marzo 2024
C’è un formato di pasta che garantisce un indice glicemico più basso rispetto agli altri tipi? Scopriamo di quale si tratta secondo l’esperto.
Molti forse non se lo aspetterebbero, ma in realtà il formato della pasta influisce sul calcolo dell’indice glicemico. Generalmente si pensa che questo possa dipendere dalla qualità e dalla tipologia di materia prima utilizzata, ma secondo quanto afferma il nutrizionista anche la forma della pasta e la categoria alla quale appartiene ha un peso in questo.
Conoscere l’indice glicemico dei cibi non riguarda soltanto chi è affetto da diabete o ha problemi di glicemia alta, ma può interessare tutti coloro che desiderano mantenere una buona forma fisica e stare in salute. Il dottor Salvatore Ercolano, nutrizionista, rivela molte informazioni sulla pasta, che forse i più non conoscono.
È importante infatti considerare il rapporto tra l’indice glicemico, identificato tecnicamente come IG, e la produzione di insulina, l’ormone che determina gli abbassamenti o gli innalzamenti di energia. Se c’è uno scompenso possono insorgere malattie metaboliche e l’aumento di peso che genera la condizione di sovrappeso.
Pasta: qual è quella con l’indice glicemico più basso
La pasta comunemente più consumata, quella di farina di grano duro, ha un indice glicemico considerato medio-basso con un valore che oscilla tra i 50 e i 55. Questo valore numerico indica la velocità con cui gli zuccheri contenuti in un alimento producono un aumento dei livelli di zuccheri nel sangue. Il valore cambia in base alla struttura del cibo. Nel caso specifico della pasta influisce il tipo di lavorazione con cui viene prodotta.
Dal processo di lavorazione influisce quello che sarà il valore dell’indice glicemico. Si considera che la pasta fresca ha un indice maggiore rispetto a quella essiccata. Inoltre, anche la modalità di cottura svolge un ruolo in questo. La cottura prolungata, ad esempio, fa assimilare di più gli amidi presenti e aumenta l’indice glicemico.
Se fredda la pasta ha un valore di zuccheri minore rispetto a quando è appena cotta e caldissima. Questo dipende dall’amido che viene più o meno assimilato nella pasta e poi dall’organismo umano nel processo digestivo. Il formato di pasta con l’indice glicemico più basso risulta quindi quello che necessita di un minor tempo di cottura.
Sicuramente oltre a questi elementi c’è da considerare il tipo di farina. Le farine integrali e soprattutto quelle di cereali diversi dal grano hano un indice glicemico nettamente più basso. Sono le farine di farro o di orzo, ma anche gli pseudocereali come la quinoa o il grano saraceno a contenere meno zuccheri. Questo perché contengono molte più fibre e hanno acidi grassi essenziali che di fatto rallentano l’assimilazione degli amidi.
Parole di Romana Cordova
Laureata in Lettere moderne e specializzata come docente di lingua italiana a stranieri amo scrivere e occuparmi di lifestyle con particolare riferimento all'ambito della gastronomia. Sono autrice di un libro di cucina e tradizioni cattoliche, tema che per diversi anni ho approfondito anche in una trasmissione radiofonica.