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Minestre e Zuppe

Quando in Sicilia fa freddo si sa, si fa ‘a pasta cu maccu’: provala perché ti rapisce

Un piatto delizioso, sostanzioso e che riscalda dalla prima cucchiaiata: con la pasta cu maccu siciliana combatti il freddo con tanto gusto!

Anche la Sicilia proprio in questi giorni sta vivendo un freddo come forse non lo vedeva da tempo: sui Nebrodi la neve è ormai certa e persino nei paesini un po’ più vicini alle grandi città si sfiorano temperature quasi nordiche. E ogni buon siciliano che si rispetti sa bene che non appena mani e piedi diventano gelidi bisogna preparare il famoso macco di fave con la pasta. Chiamato in dialetto anche pasta cu maccu, quest’ultimo è un piatto di una bontà indescrivibile realizzato con le fave.

Nello specifico quelle secche, reperibili ormai in moltissimi supermercati, si realizza un soffritto delicato in cui poi si aggiungeranno le fave, un buon brodo e gli spaghetti rotti. Insomma, facciamo prima a raccontarvelo nella preparazione perché vi conquisterà di sicuro!

Pasta cu maccu, il primo siciliano che avvolge e allieta: prepararlo perché è una squisitezza

Come dicevamo, a pasta cu maccu o meglio pasta col macco di fave è un primo piatto ricco e sostanzioso, che riscalda sin da subito e ci permette inoltre di non preparare anche il secondo perché è davvero nutriente. Possiamo prepararne in quantità e gustarlo anche la sera appena appena riscaldato, perché come direbbe un siciliano d’hoc, a pasta cu maccu ripusata è troppu sapurita. In questo caso non vi consigliamo di sostituire le fave perché sono le protagoniste indiscusse del piatto, tuttavia potrete aggiungere eventualmente una patata a tocchetti per rendere il tutto ancora più cremoso.

E se le fave sono la vostra passione, qui trovare i nostri consigli per pulirle e conservarle a lungo, mentre cliccando qui potrete scoprire come fare le fave alla sassarese.

Pasta cu maccu, il primo siciliano che avvolge e allieta: prepararlo perché è una squisitezza – buttalapasta.it

Ingredienti per 4 persone

  • 250 gr di spaghetti o mafaldine;
  • 250 gr di fave secche;
  • 1 cipolla, 1 carota, 1/2 costa di sedano;
  • 1L di brodo vegetale + acqua all’occorrenza;
  • Sale, pepe, finocchietto selvatico fresco q.b.

Preparazione

  1. La parola dialettale maccu dal siciliano deriva da maccari, ovvero ammaccare, questo perché la zuppa originariamente veniva cotta in pentole di terracotta e poi schiacciata per renderla ancora più golosa. Ad oggi abbiamo strumenti molto più intelligenti come il minipimer, ma scopriamolo successivamente. Iniziamo versando le fave in una ciotola coprendole interamente con acqua fredda.
  2. Lasciamole a mollo per almeno una notte intera. Trascorso il tempo necessario sbucciamo la cipolla, la carota e rimuoviamo i filamenti esterni al sedano.
  3. Tritiamo il tutto finemente e facciamo soffriggere in una casseruola dai bordi alti con un fino generoso di olio. Quando il trito sarà ben imbiondito uniamo le fave scolate dalla loro acqua e cuociamo per circa 5 minuti.
  4. Copriamo interamente il tutto con il brodo e proseguiamo la cottura per almeno 50 minuti, aggiungendo poco a poco altra acqua quando il primo si asciugherà. Le fave dovranno risultare ben tenere. Aiutandoci con un minipimer diamo qualche frullata veloce, il tutto dovrà risultare cremoso ma non del tutto passato.
  5. Spezzettiamo gli spaghetti in circa 4 parti, dopodiché raccogliamoli in un canovaccio pulito da cucina e massaggiamolo vigorosamente per spezzettarli. Otterremo i classici spaghettini rotti(in alternativa potremo reperirli già pronti al supermercato).
  6. Versiamoli all’interno della pentola, condiamo con il sale, il pepe, il finocchietto selvatico fresco precedentemente lavato e tritato cuocendo il tutto per altri 10 minuti.
  7. Impiattiamo in ciotole profonde, irroriamo in superficie con un filo d’olio a crudo e voilà, la nostra pasta cu maccu siciliana è pronta per riscaldarci!

Il consiglio extra: in molte parti della Sicilia, dopo aver cotto le fave vengono aggiunte le bietole, provate il macco anche in questa versione!

Cesare Orecchio

Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.

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