Di Samanta Airoldi | 2 Giugno 2025

Tutti pensiamo sia sana ma non lo è affatto: questa frutta è quasi veleno per il nostro corpo/Buttalapasta.it
I medici raccomandano di mangiare almeno 2 o 3 porzioni di frutta ogni giorno. Ma attenzione perché la frutta non è tutta uguale: una certa tipologia è quasi veleno per il nostro corpo.
Da ché mondo è mondo sentiamo medici, nutrizionisti, dietologi ripetere di consumare come minimo 2 se non 3 porzioni di frutta tutti i giorni. La frutta è considerata uno degli alimenti più sani che ci siano al mondo in virtù dell’elevata quantità di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti che contiene.
La maggior parte di noi, di sicuro, non ne mangia a sufficienza anche perché, se per ragioni di lavoro, si passano tante ore fuori casa, può diventare complicato mangiare frutta per merenda o come spuntino di metà mattina. Allora ci limitiamo a consumarla o a colazione o dopo cena quando torniamo a casa.
E per quanto riguarda le tipologie andiamo un po’ in base alla stagione, un po’ in base al nostro gusto personale e un po’ compriamo quella che troviamo in offerta al mercato o al supermercato. Ma attenzione: la frutta non è tutta uguale e una tipologia non è come un’altra. Ci sono dei frutti che sono quasi veleno per l’organismo e faremmo bene ad evitarli.
Frutta: questa è da evitare, fa più male che bene
Sei proprio sicura che la frutta faccia bene sempre e comunque? Se hai questa convinzione sappi che stai sbagliando e anche di grosso. La frutta non è tutta uguale e alcune tipologie sarebbero proprio da evitare: sono quasi veleno per il nostro organismo.

Frutta: questa è da evitare, fa più male che bene/Buttalapasta.it
Che la frutta di norma faccia bene alla salute è una verità scientificamente dimostrata: si tratta di un cibo che contiene acqua, vitamine, sali minerali e sostanze in grado di proteggere le nostre cellule dall’attacco dei radicali liberi. Inoltre contiene anche fibre: preziose per la regolarità intestinale. Certo nella frutta sono presenti zuccheri ma si tratta di zuccheri naturali e, in ogni caso, anche chi soffre di diabete, sotto controllo medico, può consumare questo alimento.
Il problema è un altro. Non è la frutta di per sé ad essere velenosa: il problema sono i “veleni” usati per coltivarla. Quando le nostre nonne ci dicono che ai loro tempi la frutta aveva tutt’altro sapore, tutti i torti non li hanno. Oggi vengono usati pesticidi in grandi quantità i quali, anche se entro limiti consentiti dalla Legge, troppo bene alla salute non fanno.
Soprattutto dobbiamo considerare una cosa: le Leggi in materia di pesticidi in UE sono molte rigide. Ma non sempre la frutta che troviamo al mercato o al supermercato o dal fruttivendolo è italiana o europea. Spesso arriva da Paesi dove la normativa non è così rigorosa. In particolare, un recente studio, ha evidenziato che i frutti più infestati da pesticidi sono questi tre:

Le pere sono tra i frutti più pieni di pesticidi/Buttalapasta.it
- pere
- pesche
- agrumi.
Nelle pere sono stati trovati pesticidi in percentuali allarmanti: oltre il 90%. Va da sé che mangiare un frutto con tale percentuale di sostanze chimiche, non faccia proprio bene al corpo. Qual è la soluzione allora? Mettere al bando questi frutti? No ma l’ideale è acquistarli direttamente dal contadino o da mercati che si riforniscono da contadini di zona in modo da consumare prodotti a km 0 e meglio ancora se biologici in modo da avere la garanzia che i pesticidi siano stati utilizzati solo in quantità minime o, addirittura, nulle.
Parole di Samanta Airoldi
Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.