Di Samanta Airoldi | 29 Luglio 2025

Anche il famosissimo chef cede alla dieta vegana: nel suo ristorante serve filetto senza carne -(foto gordonramsayrestaurants.com)- Buttalapasta.it
La dieta vegana sta prendendo sempre più piede anche nelle cucine di chef di fama internazionale. Dopo Cracco che serve la cotoletta senza carne, anche un altro grande nome cede alla svolta plant based.
Negli ultimi anni sempre più persone hanno optato per un’alimentazione senza carne né derivati, un’alimentazione vegana o plant based che dir si voglia. Solo in Italia il numero dei vegani ha raggiunto circa il 2,3%: può sembrare poco ma non lo è affatto se si pensa che fino a 20 anni fa quasi nessuno lo era.
Fino a qualche tempo fa, tuttavia, la scelta vegana era una scelta puramente personale, soggettiva: non trovava spazio nei ristoranti, men che meno nei ristoranti stellati tranne rarissime eccezioni come il Joia dello chef Pietro Leeman a Milano che rappresnta, appunto, un caso unico.
I tempi però cambiano, il numero delle persone vegane continua a crescere e, dunque, anche i grandi nomi dell’alta cucina si adeguano alle nuove esigenze alimentari. Dopo Carlo Cracco che ha inventato la cotoletta fatta con il pane al posto della carne, ora un altro chef di fama mondiale ha deciso di cucinare un filetto alla Wellington senza un grammo di carne. La svolta è servita sul piatto.
Gordon Ramsay, la svolta inaspettata: il suo filetto è 100% vegetale
Per i britannici il filetto alla Wellington è una vera e propria istituzione: un po’ come per noi italiani la lasagna oppure la carbonara. Eppure lo chef britannico per eccellenza, Gordon Ramsay, ha deciso di rivoluzionare questa pietanza tradizionale con una versione 100% vegetale. Ma con cosa avrà sostituito la carne?

Gordon Ramsay, la svolta inaspettata: il suo filetto è 100% vegetale -(foto IG@gordonramsayburger)- Buttalapasta.it
Nulla è insostituibile in cucina: genio e creatività possono tutto, possono andare oltre i limiti prestabiliti dalla tradizione e innovarla ma senza mai stravolgerla. Per un britannico nulla è più tradizionale di un filetto alla Wellington: nato in onore di Arthur Wellesley, Duca di Wellington, vincitore di Waterloo. Si tratta di un piatto molto saporito ed elaborato: un filetto di manzo avvolto in salsa duxelles di funghi, prosciutto crudo e pasta sfoglia.
Ma se Carlo Cracco è riuscito a creare una meravigliosa cotoletta con del pane secco, Gordon Ramsay non è da meno i il suo filetto alla Wellington, al posto del manzo, ha la barbabietola. La scelta non è stata casuale: la barbabietola ha una consistenza e una succosità che si presta molto bene a questo genere di preparazioni. Infatti viene spesso utilizzata all’interno dei burger vegani che si trovano in commercio proprio per ricreare l’effetto della carne.
Avrà successo? In Gran Bretagna e, specialmente a Londra, la percentuale di persone vegane è molto alta come è alto l’afflusso di turisti soprattutto giovani e aperti alle novità. Pertanto si prevede che questo filetto innovativo riuscirà a conquistarsi in breve tempo una bella fetta di platea.
Parole di Samanta Airoldi
Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.