Di Kati Irrente | 6 Giugno 2025

Cucinare da casa e guadagnare, ecco cosa serve per avviare un’attività di food delivery - buttalapasta.it
Se avete la passione per la cucina e volete fare in modo che diventi remunerativa potete avviare un’attività di food delivery per preparare i cibi da vendere con la modalità da asporto, non occorre avere una sala per far accomodare gli ospiti in quanto i piatti cucinati non saranno consumati sul posto. Tuttavia prima di intraprendere questa attività è bene conoscere quali sono i requisiti e l’iter burocratico da seguire.
Aprire un’attività di cibo da asporto stando comodamente in casa propria è possibile e negli ultimi tempi sono tante le persone che decidono di avviare un’impresa alimentare domestica per poter guadagnare in autonomia. Si tratta di un lavoro autonomo a tutti gli effetti e di seguito andiamo a vedere cosa serve per cominciare subito a guadagnare facendo quello che vi piace di più, ossia cucinare.
Cosa fare per aprire un’attività di food delivery e preparare il cibo d’asporto a casa propria
Volete trasformare la vostra cucina in una dark kitchen, cioè in una cucina invisibile per preparare cibi da asporto e guadagnare subito? Ci sono diverse cose che bisogna sapere oltre ovviamente a come risparmiare gas quando si cucina, ci sono tanti trucchi che possono essere molto utili per evitare sprechi inutili.

Cosa fare per aprire un’attività di food delivery e preparare il cibo d’asporto a casa propria – buttalapasta.it
Prima di tutto occorre essere maggiorenni, avere la fedina penale pulita ed essere residenti in Italia. Poi occorre aprire una partita IVA poiché si tratta di una vera e propria attività commerciale di ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto, per cui il codice Ateco è 56.10.2.
Dopodiché bisogna iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della propria zona e aprire le posizioni INPS e INAIL per sé e l’eventuale personale. A questo punto si invia la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività al Comune per poter iniziare l’attività.
Ovviamente la cucina deve essere agibile e rispettare le normative vigenti. Come ad esempio l’essere a norma per quanto riguarda l’aspetto igienico sanitario. A tal proposito il luogo sarà ispezionato dal personale dell’ASL e dei Vigili del Fuoco che daranno il via libera se tutto è a posto.
Chi lavora con gli alimenti deve frequentare il corso SAB (Sicurezza Alimentare e Igiene degli Alimenti). A meno che non abbia lavorato nel settore della ristorazione per almeno due anni negli ultimi cinque anni. È facoltativo per chi ha un diploma di scuola alberghiera. Invece è obbligatorio il completamento del corso HACCP che permette di evitare gli errori che portano alle intossicazioni alimentari.
I costi
Per quanto riguarda i costi di avvio dell’impresa possono andare dai 30.000 ai 100.000 euro ma anche se non si possiede il budget iniziare si può sempre chiedere un finanziamento online, come per esempio sul portale Prestiti.com e cominciare a lavorare subito per guadagnare e rientrare dell’investimento.
Parole di Kati Irrente
Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.