Mangiare tonno e filetti di sgombro in scatola fa male davvero? I dati parlano chiaro, ecco i reali rischi

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In molti si chiedono se il tonno e i filetti di sgombro fanno male alla salute - ButtaLaPasta.it

In molti si chiedono se mangiare tonno e filetti di sgombro in scatola sia davvero dannoso per la salute oppure no. Ecco quali sono i reali rischi.

Molte persone consumano regolarmente tonno e filetti in sgombro. Il motivo risiede innanzitutto nella loro praticità dal momento che è possibile preparare la cena in pochissimo tempo. Oltre a ciò va detto che si tratta di una tipologia di alimento particolarmente apprezzata per il suo sapore.

Nonostante il consumo diffuso però in tanti si chiedono se mangiare tonno e filetti di sgombro in scatola, a lungo andare, possa compromettere la salute. Per rispondere a questa domanda in maniera definitiva andremo ad approfondire nel dettaglio quelli che sono i dati ad oggi in nostro possesso. Iniziamo col dire che si tratta di dati che parlano chiaro.

Tonno e filetti di sgombro fanno male? La verità

Come già accennato sopra, sia il tonno che i filetti di sgombro in scatola sono diffusamente consumati. Ciò vale soprattutto per le persone che non dispongono di molto tempo da dedicare ai fornelli e che quindi necessitano già pronti. A ciò si aggiunge anche il fatto che gli alimenti in questione risultano essere anche particolarmente saporiti.

La verità sul tonno e i filetti di sgombro

I filetti di sgombro e il tonno sono largamente consumati – ButtaLaPasta.it

In ogni caso, proprio in riferimento al loro consumo, molte persone si domandano se sia dannoso per la salute. Per rispondere a questa domanda è importante sottolineare l’importanza di leggere l’etichetta presente sulle confezioni.  Non tutti sanno infatti che il problema principale legato al consumo di tonno e filetti di sgombro in scatola è rappresentata dalla presenza di mercurio nel pesce. Tale metallo risulta essere particolarmente tossico per l’uomo, in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini.

Leggendo accuratamente l’etichetta è possibile ottenere informazioni riguardo al prodotto e di conseguenza stimare la percentuale di rischio. Stando alle analisi effettuate sulla tipologia di alimento in esame, infatti, è emerso che i pesci più grandi contengono quantità di mercurio più elevate. Ciò è dovuto al fatto che i pesci di dimensioni più elevate mangiano una quantità maggiore di pesci piccoli, finendo per accumulare più mercurio.

Nello specifico, tutti i dieci marchi analizzato presentavano tracce del predetto metallo, chiaramente chi più chi meno. Oltre che per le dimensioni, si è riscontrato un maggiore rischio anche per la varietà alalunga rispetto alla pinna gialla e skipjack. La quantità di mercurio presente in quest’ultime due varietà è risultata essere fino 3 volte inferiore rispetto alla prima

Alla luce di quanto appena detto, dunque, è importante preferire tonno e filetti di sgombro in scatola tenendo conto delle informazioni appena fornite.

Parole di Sabrina Pesce

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